Don Baronio Giovanni Battista

Nato a Pompiano il 17.9.1942. Della parrocchia di Pompiano. Ordinato a Brescia il 13.6.1970. Vicario parrocchiale di Dello dal 1970 al 1977. Vicario parrocchiale di Mompiano, città dal 1977 al 1986. Parroco a Capriano del Colle dal 1986 al 2002. Parroco a S. Giacinto, città dal 2003. Morto a Brescia presso l’Hospice il 30.8.2013. Funerato a S. Giacinto, città e sepolto a Pompiano l’1.9.2013.

Avrebbe compiuto 71 anni in settembre don Gian Battista Baronio, invece questo mese è iniziato con i suoi funerali nella chiesa di S. Giacinto, nel quartiere Lamarmora di Brescia, dove era parroco. Don Gian Battista Baronio, dai fedeli chiamato più familiarmente don Gianni, è stato piegato dal tumore, male del nostro tempo: lo aveva colpito al sistema linfatico qualche anno fa. Don Baronio sapeva della sua malattia, ma ha continuato il suo servizio alla comunità con passione, abnegazione e solida fede, dando in questo modo una luminosa testimonianza. Questo ammirevole atteggiamento era radicato certamente nella sua nutrita e solida spiritualità, coltivata da sempre con costanza e impegno. Con lui se né andato un altro prete bresciano che, in tutte le comunità in cui è passato come curato o parroco, ha lasciato un segno positivo e si è distinto per la sua bontà, sensibilità culturale, disponibilità all’ascolto e al dialogo, modestia, discrezione, il non mettersi mai al primo posto. Chi lo ha accostato ricorda che aveva il pregio di non essere un accentratore, ma sapeva coinvolgere, suscitare, sostenere, far aggregare insieme le persone perché sapessero lavorare al meglio producendo frutti positivi. La sua persona quasi scompariva per valorizzare le doti dei laici; eppure era anche sempre disponibile per un  consiglio, un parere, un aiuto, un confronto. Ordinato, preciso e metodico nel suo lavoro, sapeva affrontare i problemi con serietà perché prima cercava di conoscerli e studiarli. Metteva, però, al primo posto  le persone, rispetto alle attività. Aveva certamente il culto dell’amicizia, nutrita in egual modo nei confronti dei confratelli sacerdoti e dei laici. Inoltre nelle varie esperienze pastorali andò affinando sempre più la sua capacità relazionale. Fine conoscitore della musica è sempre stato attento all’apporto del canto alla liturgia. Ha curato pure il decoro delle chiese e l’apporto offerto dall’arte alla dimensione spirituale. Ordinato sacerdote dopo una formazione già segnata dal Concilio, ha improntato gli anni di curato a Dello e Mompiano sulla centralità della catechesi che ha seguito con particolare dedizione, dotando e modernizzando le lezioni con strumenti che negli anni settanta  erano una novità: fotolinguaggio, diapositive, ilmati…era apprezzato anche come insegnante di religione. Da parroco, per oltre 15 anni a Capriano del Colle e per 10 a San Giacinto in città, ha continuato la sua scelta pastorale di dare il primato alla formazione, instaurando rapporti con tutte le famiglie, con una particolare attenzione agli ammalati e agli anziani soli. Come parroco valorizzò molto anche le esperienze dei pellegrinaggi da lui guidati e ben preparati anche nei particolari. Il passaggio da Capriano alla città non fu per lui indolore: da una comunità giovane e calorosa si trovò nel contesto tipico delle parrocchie cittadine: calo della natalità, dispersione, anonimato. Abbracciò questa difficoltà con fiducia e, alla fine, riuscì ad instaurare con i fedeli un rapporto di fiducia, di paternità e collaborazione, entrando nel loro cuore. E la grande partecipazione ai suoi funerali, presieduti dal Vescovo mons. Luciano Monari, nel pomeriggio della  domenica è stato il segno evidente del legame intenso fra fedeli e pastore.