Mons. Serafino Corti

Nato a Villa Carcina il 10.8.1934. Della parrocchia di S. Giacomo in Carcina . Ordinato a Brescia il 3.3.1957. Vice Retttore del Seminario S. Cristo dal 1957 al 1958. Vicario parrocchiale festivo a S. Crocifissa di Rosa, città dal 1959 al 1960. Vice assistente provinciale delle ACLI dal 1960 al 1967. Cappellano della Clinica S. Camillo, città dal 1966 al 1972. Vice Rettore del Seminario dal 1971 al 1974. Insegnante in Seminario dal 1959 al 1980. Direttore dell’ufficio di pastorale sociale dal 1974 al 1980. Vice superiore della Compagnia di S. Angela dal 1977 al 1980. Parroco a Mompiano, città dal 1980 al 1993. Direttore dell’ufficio pastorale sociale dal 1992 al 2005. Parroco della Cattedrale dal 1997 al 2006. Canonico della Cattedrale dal 1997. Delegato vescovile per incarichi particolari dal 2006. Morto a Brescia  presso la Fondazione Poliambulanza il 7.3.2014. Funerato a Brescia e sepolto a Villa Carcina il 10.3.2014.

 

Mons. Serafino Corti si è spento all’età di 79 anni e la sua scomparsa ha suscitato vivo cordoglio in tutta la diocesi ed anche nelle istituzioni civiche bresciane. Mons. Corti era infatti uno di quei preti conosciuti, stimati e ricercati non solo per la sua molteplice azione e i  ruoli pastorali ricoperti, ma soprattutto per la sua autentica passione per il Regno di Dio e per la città dell’uomo. Laureatosi giovane sacerdote in scienze naturali all’università di Pavia, è stato un prete colto, preparato, informato, attento a dialogare con le persone del suo tempo , anche con quelle che in passato si potevano definire i “lontani”. Nel contempo in Seminario è stato un attento e sapiente educatore, non limitandosi ad insegnare le sue materie scientifiche, ma portandogli alunni al meglio delle loro qualità morali e intellettuali. Come docente e formatore ha saputo conciliare serietà e fermezza con squisita umanità. Tanto era esigente verso i suoi allievi, tanto era disponibile all’aiuto e all’incontro, alla condivisione di momenti lieti e fraterni quali una escursione in montagna, che amava molto, una serata alla specola del Cidneo per osservare le stelle, una gita scolastica. Apparentemente fragile nel fisico, aveva una grande forza d’animo, come pure dietro l’aspetto a volte malinconico e corrucciato in realtà c’era un animo sereno, perché colmo di fede, sempre sorretto dalla preghiera, dalla comunione ecclesiale, dalla fiducia nella Provvidenza.

Per questo i Vescovi bresciani , da Tredici a Monari, lo hanno voluto come collaboratore, soprattutto nel campo della pastorale sociale: in giovinezza è stato uno degli assistenti spirituali delle ACLI e poi, quando già era parroco, assunse il ruolo di direttore dell’Ufficio diocesano per la pastorale sociale. E anche dopo aver lascito l’incarico ha saputo essere un consigliere saggio e prudente di confratelli e laici impegnati sul fronte politico e sindacale.

Mons. Corti ha mantenuto sempre una grande umiltà accettando anche che i suoi consigli non fossero pienamente ascoltati. Ha avuto una grande fiducia nel laicato, aiutando tante persone a maturare una visione delle realtà secolari secondo lo spirito della Gaudium et Spes. Proprio per la sua viva sensibilità alle tematiche sociali, da mons. Foresti venne chiamato ad interessarsi, nel ruolo di amministratore, dei mass media diocesani La Voce del popolo e Radio Voce. Due sono state le sue esperienze di parroco: prima a Mompiano per tredici anni e poi in Cattedrale per quasi dieci; della Cattedrale venne nominato da mons. Foresti canonico del titolo di S. Pietro de Dom, mentre mons. Sanguineti lo volle suo delegato per incarichi particolari. Nelle due comunità parrocchiali mons. Corti è stato un pastore preparato che ha privilegiato la relazione personale rispetto alle attività a getto continuo. Il suo paziente ascolto, la capacità evangelica di condividere le inquietudini del tempo, attentissimo all’oggi ma proiettato al futuro. E’ stato prete dalla parola franca, che non ha mai tradito la verità: anzi, un convinto assertore che la vera amicizia e la paternità spirituale non devono temere la verità, anche quando questa interroga la coscienza. Negli ultimi tempi, già ammalato anche se non lo dava a vedere, si era appassionato della primavera di papa Francesco. In lui vi era molto della visione montiniana della vita: inquieta e ottimista. L’interrotto omaggio di tanti bresciani laici e sacerdoti alla sua salma composta in cattedrale ai piedi del  monumento a Paolo VI  ha costituito quasi un segno della grandezza di una storia cristiana che continua in fedeli guidati da buoni pastori come certo è stato mons. Serafino Corti.