Riflessione domenicale -Pasqua 2020-

CI È APERTO IL PARADISO

Il Creatore è nostro sposo e redentore: egli ha manifestato per noi il suo nome. Il suo nome diventa il tesoro che si pone a garanzia di un futuro pieno di speranza. Il suo nome per noi è ciò che significano delle fondamenta salde per un grattacielo. 

Egli che è nostra salvezza -questo significa il nome del suo figlio Gesù- incoraggia il suo popolo dicendo che la sua disposizione nei confronti dell’umanità è come ai giorni dopo il diluvio di Noè, quando giurò che non sarebbe più successo alcun evento come il diluvio che spazzasse via gli uomini e il creato. 

Questo testo profetico è molto intriso di speranza e gravido di vita, eppure è stato scritto per il tempo dell’esilio del popolo d’Israele, un tempo drammatico per i credenti. Allo stesso modo per noi: risuona pieno di speranza, ma la solitudine e il silenzio del sabato santo sembrano prolungarsi per questo nostro 2020.

Gesù ci ha insegnato che è primario fondarsi sulla fedeltà di Dio, ma che è necessario giocarci con la nostra personale fedeltà e amicizia nei suoi confronti. Se non ci giochiamo con lui, i fuori pista possono essere distruttivi. Dio non ripudia più: ce l’ha giurato e ricordato più volte, confermato nella risurrezione del suo Figlio Gesù. Questo non ci esime dal mantenerci vigili e sobri nel porre troppa sicurezza nella nostra capacità di interpretare la realtà e manipolarla a nostro piacimento, a prescindere da Dio e da una coscienza formata alla luce del Vangelo. 

In questi giorni abbiamo bisogno di parole così, di giuramento di amore, di risurrezione, di certezza che non saremo mai soli e abbandonati. 

Noi che siamo abituati a una serie di annunci di continui comfort che ci rendono migliore la vita, oggi ci accorgiamo che abbiamo bisogno e che ci basta una parola che ci dica che la vita è rinnovata e che la vita è per sempre. Sentirci dire che la vita riprende è ciò di cui tutti noi siamo in attesa. Nessuno avrebbe mai detto che in questa Pasqua ci saremmo realmente rallegrati di una cosa “piccola”, “assodata”, “scontata”: la vita!

Cristo è risorto e chi crede e vive di lui, con lui risorgerà. San Paolo VI amava dire che quanto più riusciamo ad essere in armonia convinta con Lui, tanto più siamo salvi. Essere cristiani significa essere con Cristo. 

Cristo Signore è una primizia, quindi il primo di tanti -noi- che dopo di lui risorgeranno in lui. I santi ci hanno insegnato che la nostra risurrezione avviene in tre fasi.

La prima è al momento del nostro battesimo. Noi siamo già partecipi della risurrezione di Gesù dal momento del battesimo, quando lo Spirito Santo, come un nuovo principio vitale, viene riversato in ciascuno di noi. 

La seconda fase è quella in cui la maggior parte di noi si trova: è il momento in cui, vivendo, siamo chiamati a ascoltare con fedeltà e vivere con coerenza il vangelo. Chiamati a diventare suoi discepoli,  credenti in lui, pervasi dalla letizia cristiana, uomini e donne della domenica.

Da ultimo ci sarà il compimento di tutto: la nostra risurrezione , il momento in cui Dio ci apparirà dopo la nostra morte e la vita riprenderà animata dallo Spirito Santo.

Venite, ritorniamo al Signore: Dopo due giorni ci ridarà la vita e il terzo ci farà rialzare e noi alla sua presenza vivremo.

In poche parole: “Coraggio, speranza, gioia, promessa di essere veramente cristiani e riconoscenza al Signore per averci fatto vivere la Pasqua, preludio della nostra vita eterna” (Paolo VI).